I parrocchiani si rivolgono alla Conferenza episcopale e alla Commissione giustizia e pace per ottenere sostegno per la liberazione di sei fedeli, agli arresti dal maggio scorso senza processi né prove. Essi denunciano anche l’esproprio di terreni voluto dalle autorità, in violazione alla legge. In pericolo “le nostre vite e il futuro dei figli”.