CATANZARO. Carpivano dati personali, anagrafici, fiscali, numeri di conto correnti postali e bancari, numeri di carte di credito ed infine anche le password d’accesso segrete al fine di truffare le vittime che, dopo giorni, visionando l’estratto conto, si accorgevano di ammanchi a volte considerevoli sul proprio conto corrente.